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This is a selection of few poetries that I wrote between 1978 and 1995.

Poems are not translated since translation would remove most of the meaning of the content. In fact, poems are not just words, but the way the phrases are built, the music of spelling, the usage of synonyms, all those elements contribute to the meaning of my poems. You must read the original. Sorry.

Alba
Arriva il momento
Atollo
Bombardamento
Come una margherita
Essenza
Flusso
Illusioni
Io
Lago
Notte d'inverno
Notturno primaverile
Pensando a Silvia
Spirituals
Stella
Uomo

 

Stella

Chiuso in un pozzo
di buio,
in un silenzio
gelato,
ho sollevato lo sguardo
verso una piccola
luce
in cima all'Infinito
e mi sono sentito
piccolo

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Spirituals

Batti le mani,
batti le mani
e canta,
canta la tua gioia
e grida,
grida il tuo dolore
e balla,
balla, finchè il tuo corpo non cadrà sfinito
sulla terra,
su quella terra che un giorno ti accoglierà.

Batti le mani,
batti le mani
e canta,
canta la tua tristezza
e grida,
grida la tua libertà
e balla,
balla, finchè, cadendo sulle scarne ginocchia,
non alzerai tremando le mani al Cielo,
a quel Cielo che vide i tuoi Padri
battere le mani
al ritmo della loro
vita.

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Atollo

Quando il fuoco nel cielo
infiammerà l'orizzonte
ed il mormorio del vento
sussurrerà tra le palme,
quando le onde lontane
si frangeranno sulla barriera
cantando la loro morte,
quando la laguna di cristallo
rifletterà la luna
ed il suono delle conchiglie
si perderà nella vastità
dell'Oceano,
allora siediti in riva al mare
ed aspetta.

Quando le ragazze sulla spiaggia
chiameranno i Delfini
e le piroghe lentamente
torneranno all'Atollo,
quando la notte porterà con sé
la fredda luce delle stelle
e la pelle rabbrividirà
al suo tocco,
quando anche l'ultima brace
si spegnerà nella sabbia
e il silenzio scenderà
sul villaggio,
allora siediti in riva al mare
ed ascolta.

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Illusioni

Guardo l'orizzonte
in cerca di una vela
che mi porti un sole nuovo
ed un giorno diverso,
ma il tempo passa
ed il vento canta il suo solito
triste lamento.

Guardo l'orizzonte,
mentre il sole continua
la sua monotona danza
tra il mare ed il cielo,
folle pendolo
che scandisce
il tempo
all'Uomo.

Guardo l'orizzonte
in cerca di una vela
che mi porti un sole nuovo,
ma la risacca ha portato a riva
solo un pezzo di legno,
contorto come il mio
dolore.

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Alba

Il cielo è un acquarello
di pallidi rosa e persi azzurri
mentre il vento scivola
tra l'umido verde brillare nel sole
a rapire dall'aria
un fresco odore di vita
e portarlo al mio cuore.

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Essenza

E questa tornerà ad essere
un'acqua antica.

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Bombardamento

Scivolando tra schegge di muri anneriti
spirali di fumo
si avvitano nel cielo
pesante.

Il silenzio si posa
insieme alla polvere.

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Notturno Primaverile

La Luna, appesa ad un filo di stelle
accende la notte di un pallido velo
su cui son dipinte di nero le cime dei monti.
E l'aria che brilla, portando nel vento il canto dei grilli
si posa sul fresco ondeggiare del lago.

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Lago

Fresca un'ombra si incendia diffusa di verde
stillano stelle di luce cristalli di sole
nero scintilla d'argento uno specchio silente
persa nel vento si scioglie un'antica stanchezza.

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Arriva il momento

Il sole già sfuma il mattino
di pallide stelle dipinto
scoprendo alla vista i colori
di un nuovo natale.

E tu, che lo sguardo lontano
affondi nel vuoto,
oblio di ricordi e speranze
che troppo hai fuggito,

distendi il tuo corpo al calore
a un eterno presente
e affidi il tuo nome nel vento
antica canzone.

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Flusso

Noi siamo l'uomo di ogni istante
scorriamo nel tempo la nostra forma
lasciandoci dietro la morte di un ombra.

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Come una margherita

Come una margherita
si scrolla e si piega
al crudo sferzare
del vento tagliente

e perde nel mentre
la bianca corolla
che a velo si spiega
nell'aria e sul mare,

così il mio cantare
si perde a brandelli
fra il noto alternarsi
di sole e di stelle,

quel pendolo folle
che secca la pelle,
imbianca la fronte
e spegne il dolore.

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Uomo

Tu che sei terra e che terra sarai
morbida creta a divino modello
segno del tempo dal tempo segnato
timido passo solco d'aratro

Tu che sei vento che soffia lontano
spargi il tuo seme sui monti e sul mare
sferzi pianure, colline e vallate
penetri gelido alla terra il costato

Tu come fuoco, tu che ardi impaziente
bruci selvaggio l'amore e il rimpianto
lumi la notte al viandante sperduto
tragico rogo per chi ti ha incontrato

Acqua silente, acqua che rugge
melma e fanghiglia che tutto ricopre
limpida fonte di vita foriera
segui ed afferri chi fronte a te fugge.

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Notte d'inverno

La luna sfuma le forme alla notte
pallida segna i contorni
al nero proseguire del mio cammino.
Sento la terra col passo, il vento col viso
e stringo la pelle e la stoffa
sulle ossa ghiacciate.

Voci di casa e stoviglie
accompagnano il caldo brillare
di scacchi tagliati nel vuoto dei muri
e già questa strada mi sembra
più sola e straniera.

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Pensando a Silvia

Cerco parole che possano
esprimere il vuoto che sento,
che denso mi stringe la gola,
mi penetra il cuore
e lascia nel petto un dolore
che blocca il respiro.

Solo, distante, ti penso,
e intenso mi appare il motivo
di questo soffrire.

Amore, mi manchi.

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Io

Cerco confuso il percorso del tempo passato,
tenue legame tra l'io che son stato e quello che sono.

Eppur son cambiato...

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Dario de Judicibus © 1997-2009